PERUGIA - Devo ammettere che al trebbiano spoletino non ho creduto finche', chiamato in una cantina privata per stimare delle vecchie bottiglie, non ne ho assaggiato uno del '91.
In genere e' minerale ed elegante, il trebbiano spoletino, molto più del grechetto, rustico per quanto e' tipico.
Ma questa fulminea riscoperta cavalcata da molti produttori, accompagnata da notizie ampelografiche contrastanti e spesso note esotiche al naso mi aveva fatto diffidare sulla varieta' autoctona.
Ieri sera cosi' ho stappato il 1991 di Spoleto Ducale, tempo in cui era più difficile pensare a trucchi sui vitigni (e cantina dove oggi lavora una deliziosa enologa).
Dorato, una densita' senza rumore nel bicchiere tanto da poter sembrare ricco di residuo zuccherino o perduto e invece...
Intenso e profondo al naso, con le stesse note esotiche di ananas e melone sentite in quelli giovani, pietra focaia tipica della mineralita' e nocciola nel finale. Ancora freschissimo, si e' assottigliato solo un po' dopo la pienezza iniziale.
Diverso dalla rusticita' anche del trebbiano toscano, puo' rappresentare un'eccellenza del vino umbro. E ci sarebbe chi sta gia' spiantando sagrantino per questa varieta' bianca.
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Mai assaggiato quello di Collecapretta? Bellissima interpretazione. ;)
RispondiEliminaGli avevo chiesto i campioni per la guida, ma non hanno nemmeno risposto. Ad ogni modo, questa moda dei vignaioli burberi, ammesso e non concesso che ne facciano parte, mi sembra un po' passata...
RispondiEliminaSai, trattasi di produzione talmente limitata (parliamo, se non mi sbaglio, di un paio di migliaia di bottiglie per il Trebbiano Vecchia Vigna) che -forse- avrebbe poco senso se inserita in un contesto di guida nazionale.
RispondiEliminaQuello che sta facendo Vittorio Mattioli è importante per il territorio in sé, per far capire ai vicini quanto possa dare questo particolare vitigno (certo, vinifica anche altro, ma credo che il maggiore interesse vada riposto nel Trebbiano) quando trattato con rispetto, senza la voglia di inseguire idee che con i Colli Martani hanno poco o niente a che vedere. Bottiglie che rincorrono Chardonnay e Sauvignon e che perdono irrimediabilmente di identità. Insomma, un peccato.
Invece, tornando allo Spoletino, proprio questa sera ho (ri)assaggiato l'Antonelli e.. che stupore, che stoffa. Che stile.