sabato 14 febbraio 2015

La prima potatura di #unavignaincittà


Dopo aver costruito un rudimentale trellis system con bambù, fil di ferro e olio di gomito per dare vita a un filare, oggi è stata la volta della potatura. 

Siamo in luna discendente che in questo caso coincide ma è differente dalla luna calante. Una situazione ideale per la vite perché in questa circostanza tutta la linfa è concentrata verso le radici della pianta e non sulla parte superiore. 

È uno dei principi più chiari della biodinamica. L'energia della luna influenza l'acqua, pensate alle maree, ricordate l'acqua alta a Venezia della scorsa settimana. Con più linfa la pianta avrà più ziccheri e carboidrati per germogliare bene tra qualche mese. 

In molte aziende hanno già potato, ma come consigliano in Borgogna, più si ritarda la potatura meglio è. Si anticipa per motivi di economia della manodopera, ma più tardi si pota più la pianta è protetta dal freddo, inoltre i tagli dovranno per meno tempo sopportare condizioni avverse. 

Una delle tre piante è stata potata corta, riportata allo stadio di barbatella. È la meno vigorosa e si cerca così di farla partire forte. Un'altra meno vigorosa verrà legata con i primi tralci. La terza, invece, la più vigorosa, è stata legata sul cordone, lasciando uno sperone per l'anno prossimo. Diventerà un doppio Guyot. 

L'altezza del filo è meno di 50 centimetri, qui non conta la fatica di filari bassi, ma si cerca il calore anche dal terreno perché in questo clos di città manca qualche ora luce per una buona maturazione fenolica. 

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