A Firenze ha aperto il primo secret bar. "Somewhere in Santo Spirito" perché l'indirizzo c'è ma si diffonderà solo col passaparola insieme ai tre numeri di telefono per prenotare il proprio tavolo. Si chiama Rasputin è in una ex buca chiusa da anni che nei Settanta fu ritrovo degli intellettuali di Lotta Continua e oggi è diventata un lussuoso e romantico bar salotto.
L'ingresso è nascosto da una finta parete, dentro candele accese e mobili di antiquariato vero al posto del truciolato svedese, quadri, pianoforte, tappeti, boiserie di legno tra le quali dietro al banco del bar una che si apre a un passaggio segreto.
In queste sere inaugurali si bevono tre cocktail, ma ho assaggiato un Vodka Martini con la Vka preparato molto bene e non smagrito come capita troppo spesso da certi hipster acerbi dello shaker più attenti alla caduta delle bretelle che al ghiaccio.
Mi hanno chiesto di non condividere le foto e non divulgare l'indirizzo. Ho risposto che sono un giornalista e che pubblico notizie suscitando il riso dell'amica che mi ha accompagnato in questa scoperta e che ha scattato la foto e comunque non lasciando indifferente la vanità dei proprietari che sanno di avere un locale bellissimo.
Una cosa però la posso fare ed è rinunciare appunto a quel "dove" che è una delle 5 w (who, what, where, when, why) alla base di ogni articolo giornalistico, limitandomi al "somewhere" in Santo Spirito perché è giusto rispettare la filosofia intrigante alla base della nascita di questo nuovo locale.
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