Le parole seguenti sono tratte da un mio vecchio articolo per una rivista di storia che racconta le vicende del caffè letterario delle Giubbe Rosse, in piazza della Repubblica a Firenze. Col primo marzo scorso, il caffè non è più gestito dai fratelli Smalzi che avevano reso questo luogo, per un ultimo decennio "portofranco della cultura" come ai tempi del Futurismo, di Papini, Soffici, Dino Campana, Montale, Malaparte, Conti, e oltre. A Fiorenzo, in particolare, un sincero grazie e un caro saluto.
Le Giubbe Rosse e un secolo di cultura, nel secolo del nichilismo. In più di cento anni di storia il caffè letterario di piazza della Repubblica a Firenze ha ospitato pittori, scultori, letterati, poeti, giornalisti, diventando di volta in volta birreria, bar, ristorante, agorà coperto, redazione, galleria d’arte, circolo ufficiali, ma soprattutto: scambio d’idee. Fino a pochi mesi fa, gli esperti suddividevano questi cambiamenti, scanditi da svariate personalità di spicco della letteratura e dell’arte, in due punti cardinali: Futurismo ed Ermetismo.
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