FIRENZE - Sospesa l'edizione 2010 di Alla Corte del Vino, fiera mercato programmato per il fine settimana del 23 e 24 maggio.
Il principe Duccio Corsini, ideatore e promotore della kermesse che per tredici edizioni ha riunito a Villa Le Corti di San Casciano in Val di Pesa i migliori produttori di vino di qualità toscano, ha deciso di rivederne la formula.
Come gia' fatto con i Giardini in fiera, la manifestazione vinicola dopo la sospensione potrebbe in futuro essere affidata a un'organizzazione di eventi.
Ma oltre alla forma, e' stato un problema di diseconomia. Quasi 40 aziende espositrici in meno rispetto alle 114 del 2009.
Cosa che apre una riflessione sugli appuntamenti tipo Vinitaly, perche' come e' emerso anche da un confronto tra il principe e gli altri produttori, oggi il vino italiano ha bisogno di vendere più che promuovere.
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Agghiacciante l'ultima considerazione.
RispondiEliminaIo direi invece che il vino oggi ha bisogno di essere bevuto più che di essere venduto.
E sulla promozione alla quale si preferisce la vendita? Forse un certo tipo di promozione è finito ma certo non si può immaginare di vendere senza il supporto della promozione(anche se a me piace di più parlare di racconto).
Francesco, la questione è secondo me di realismo economico, lo dimostra l'idea di trasformare alcune fiere in vendire private collettive.
RispondiEliminaSu queste ultime però gli organizzatori si vorrebbero prendere il 30% dai produttori. Praticamente, più di una casa d'aste (che si ciuccia il 20). E rosicchiando al consumatore tutto il risparmio di una vendita diretta.
Io soprattutto sul secondo punto la penso come te, ma stando così le cose capisco anche il dibattito tra i produttori su nuove forme di promozione.
mi sembra di essere realista se antepongo la consumazione a qualunque altra necessità.
RispondiEliminaDavvero il problema principe è che non stiamo bevendo. Più. Nessuno.
C'è un crollo del consumo. Tutto il resto è successivo, secondario, superabile. Fai tu.
Ciao
@francesco, in effetti Eurobarometro ha reso noto oggi un sondaggio secondo il quale solo il 60% degli italiani beve alcolici a fronte di una media tra la danimarca 93% e portogallo 58%.
RispondiEliminacolgo l'occasione per farti in bocca al lupo per il rinnovo del tuo incarico come presidente di vinarius che, mi risulta, fresco fresco
Grazie molte. La Vinarius è una bella realtà. Proviamo a fare qualcosa di buono anche nei prossimi tre anni.
RispondiEliminaRicordati di venire a Siena.
posso dir la mia ?
RispondiEliminaNon ho accesso ai numeri per poter dire che è crollato il consumo; pongo solo una domanda: sarà che l'espansione perpetua (dei consumi, in qualunque ambito si voglia) è una chimera e aumenta la produzione, ogni anno di più, poi ci deve essere il crollo, per forza ?
La considerazione mi nasce dal ripensare ai dati che venivano snocciolati al sagrantino day: in 8 anni quadruplicata la produzione !
Se le strategie sono queste, diffusamente, non si potrà che arrivare al crollo o in alternativa, come per il mercato dell'auto, alla rianimazione con gli incentivi governativi, come è accaduto finora.