martedì 6 luglio 2010

L'Officina Ristorante a Perugia (per il dopoteatro)

PERUGIA - Ieri sera sono tornato dopo quasi un anno all'Officina di Perugia, vicino a San Pietro. Non mi pareva fosse passato così tanto tempo da una cena di fine estate in compagnia di un'amica di nero vestita, perché in effetti, sembra impossibile nel 2010 parlare ancora di queste cose in un capoluogo di regione, è una delle poche cucine aperte dopo le undici postmeridiem a Perugia.

Eravamo stati a (ri)vedere lo spettacolo del Romanelli al Parco Sant'Angelo (altro spazio interessante dell'Acropoli, abbandonato a se stesso). Merito un'idea di Jacopo Cossater che ha invitato Leonardo e il Masti a portare "Come diventare sommelier in 50 minuti" in questa arena estiva.

Così siamo andati dalla cheffa che ci ha aspettato fino a mezzanotte (ma è arrivato un tavolo anche dopo di noi!). L'Officina, col suo legno opaco, le bottiglie sugli scaffali come fossero libri in un archivio, la cucina nascosta dietro una ferro e trasparenze di una vetrata industriale...

Secondo me, questo locale è quanto in Umbria si avvicini di più a uno spazio Soul Kitchen. Se ci fosse una cucina come da film citato, sarebbe il mio preferito in città. Invece quando è troppo manierata (foie gras, gamberi crudi, ecc...) o almeno abbastanza da perdere in fragranza mi diverte meno.

Ci si consola con una cantina non banale (meglio scegliere dallo scaffale) dalla quale abbiamo stappato l'Etna di Girolamo (Giuseppe) Russo, ma ci sono anche tante birre artigianali e una bella selezione di distillati. Consumazione per il dopoteatro.

1 commento:

  1. è vero, è più un locale dove tirar tardi (arrivando già tardi) che non dove incentrare una "prima serata". Comunque l'antipasto con i gamberi rossi non è male; e poi, a parità di prezzo (da Oscar), preferisco qualche lecita velleità di ai soliti strangozzi, frittatine e scottadito.

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