giovedì 19 agosto 2010

Barolo Gagliasso e Cascina Borio

ALBA - Durante il mio ultimo giro nelle Langhe qualche giorno fa sono rimasto affascinato dalla cultura del cru, vissuta nel quotidiano come radicamento, eredita' ecclesiastica e delle ambizioni cavouriane prima ancora che strategia qualitativo commerciale.

E mentre osservavo i vari cru di Cerequio dalla strada nuova di Barolo con l'aiuto dell'agronomo Federico Curtaz che mi accompagnava una minuta Mascarello con marsupio, scarpe da trekking e cappello di paglia in testa e' sbucata dalle vigne dove "passeggiava".

Il giorno precedente, alla Morra, nella discesa dell'Annunziata, avevo assaggiato il Barolo di Luca Gagliasso, schietto enologo trentenne cresciuto in Langa con esperienze nel Pomerol.

La sapidita' del suo ultimo Rocche dell'Annunziata, caratteristica del cru mi pare, mi ha impressionato nonostante il Torriglione (di cui divide il cru solo con Chiarlo) sia più equilibrato.

Altrettanto ha fatto l'accostamento al salame della Cascina Borio di Monforte dalle meravigliose carni piemontesi.

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