VALLESACCARDA - Cena all'Oasis di Vallesaccarda qualche sera fa, ristorante di punta del Beneventano consigliatomi dai colleghi campani.
In mezzo alla semplicita' della provincia italiana ancora contadina o allevatrice un 16,5 de L'Espresso "a quel loco ch'era forte/per lo pantan ch'avea da tutte le parti" ma grazie anche alla dedizione e a un certo gusto raffinato bisogna dire, della famiglia Fischetti.
Sull'impegno basti pensare che la cameriera era cosi' concentrata che per farla sorridere abbiamo dovuto minacciare di raccontarle una barzelletta...
In tavola ravioli di ricotta alle noci e aglio bruciato, piatto storico della cucina; spaghetti De Matteis, alici di Menaica, cipolle di Montoro e mandorle di Tritto, un po' slegati ma eleganti.
Un agnello irpino con pomodorini e menta povero nel taglio e la ricotta fresca nel canestrello monoporzione, come dessert. Grande ricerca e citazione di materie prime locali, insomma.
Il Cerequio 1999 di Chiarlo non sapeva di Armillaria mellea (il fungo del tappo), ma aveva quel sentore di tappo dovuto all'assottigliarsi del medesimo nel tempo. Ciò, nonostante le resistenze del proprietario, poi molto gentile a scusarsi dopo esserci tornato sopra col naso mentre noi ci si godeva la seconda bottiglia. Sui 50 euro.
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Non ti ha molto colpito, vero?
RispondiEliminanon molto, in effetti... il nostro amico che ne pensa?
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