FIRENZE - Ieri pomeriggio ero a correre al parco delle Cascine quando mi sono imbattuto in una di quelle scene agostane all'apparenza senza senso.
Dall'altro lato della strada c'era in prossimita' dello zoccolo in pietra serena che corre parallelo alla siepe lungo i platani del viale, un uomo con un pacco bianco e rosso di zucchero in mano.
Sui 35 anni, vestito a mo' d'impiegato in pensione, pakistano come mi dira' poi, lasciava cadere a tratti i granelli di zucchero sul bordo dello zoccolo di pietra, in prossimita' di lunghe code che andavano a ingrossarsi di formiche.
Faceva il primo giorno di ramadan e oltre a digiunare per se' fino al tramonto, voleva nutrire gli altri come nello spirito di quel suo momento religioso.
Aveva tutta l'aria di chi e' costretto a vivere alla giornata, con una camicia lisa e gonfia su una magrezza antica, e cio' nonostante con pochi spiccioli aveva trovato il modo di regalare un banchetto di zucchero raffinato alle formiche.
Al di la' di morali o di fedi, la cultura del cibo e' spesso fatta anche di generose attenzioni che si trovano più nell'apertura della mente umana che sulla lista dei fornitori o dei presidi.
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se non vuoi bene al tuo commensale non potrai mai essere un buon cuoco
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