FIRENZE - Sendai e l'isola di Honshu sono diventate famigerate per lo tsunami ma sono le zone famose per le distillerie del whisky in Giappone. Certo, ci sono problemi più gravi in queste ore e non si può ricondurre tutto alla gastronomia solo per scriverne. Ma non è questo il senso della riflessione.
La storia del whisky giapponese mi ha sempre colpito. La storia di Nikka, del suo amore per i single malt scozzesi che lo portò fino a Islay, nelle Highlands e poi a sposare una donna del posto e importare la torba dalle coste inglesi per maltare poi con l'acqua giapponese. Una vita di amore sulla quale non riesco ad avere informazioni dal distretto delle distillerie.
Mi sembra sia un modo per stare vicino a tanti amici, a tante persone alle quali sono bastati due minuti per accogliermi come un fratello quando in Italia ci sono città in cui nemmeno dopo due anni ti aprono la porta. Gente solidale per natura, contro italiani che non lo sono nemmeno per Costituzione.
Persone che hanno fatto delle risorse naturali dell'isola di Honshu e della costa di Sendai uno spaccato di Scozia, con la delicatezza e la dedizione sollevantine. E che oggi, tra tsunami e allarme nucleare, non si sa ancora in che condizioni si trovino. Domani sera aprirò una vecchia bottiglia di Suntory di 12 anni e spero che possa essere quel "battito d'ali" al contrario che serve agli amici giapponesi. Kampai!

Nessun commento:
Posta un commento