martedì 19 gennaio 2016

Roma - Fiorentina (delle trattorie) 1-0


Vado a piedi verso il Panteone come lo chiamava una stagista dell'Eurispes nell'estate del 2003 e penso a dove mi stia mandando il collega a pranzo. Turisti, abusivi, mimi, menu a 10 euro sbandierati. Non c'è da dubitare, non di una marchetta, non della politica qui sopra, non degli amici degli amici. E poi me l'hanno detto in due. 

Deciso a non sentirmi "Giù al Nord" varco la porta di Armando al Pantheon senza nemmeno guardare il menu sulla porta, mi sembrerebbe un'imperdonabile indecisione offensiva verso i colleghi oltre che controproducente e peraltro inutile. 


Il cameriere è sbrigativo da osteria, a fare il poliziotto buono ci pensa però una delicata rossa che dopo due chiacchiere su gricia e bolliti rifatti, mi apre un Frascati pieno, di peso, con una acidità da Soave poi ordina la mia gricia. 

La foto non rende, ma la pasta era bella al dente, ben mantecata, profumata e saporita giusta. Così buona che non ho voluto più niente per continuare a godermi mentalmente quel piatto e non tradirlo con altri se non con gli occhi sulla trippa alla romana della mia vicina di tavolo. La gricia sta ad Armando come la carbonara sta a Pipero al Rex.

Da cui la riflessione: ma a Firenze dove si mangia uno spaghetto così. Vabbè la nostra è una cucina delle zuppe, il problema però resta. Trovare un'osteria in Centro che non scongela e non precuoce è roba da minatori. Ho pagato 20 euro tutto. 

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