domenica 7 febbraio 2016

Il Valore di Tachis oltre le Etichette


Giacomo Tachis viene non a torto ricordato per le grandi etichette alle quali ha dato vita negli anni. Sassicaia, Solaia, Tignanello e San Leonardo. Ma il vero valore di questo enologo è stato duplice: puramente tecnico da una parte e brillantemente culturale dall'altra. 

Da un punto di vista culturale, negli anni del progresso, del tecnicismo, delle più sfrenate pratiche di cantina con le quali si rimediava a qualsiasi cosa, Tachis fu - lezione di Peynaud - tra i primi italiani e senza dubbio il primo enologo italiano a dire che "senza una grande uva non si fa un grande vino". 

Da un punto di vista tecnico, Giacomo Tachis è uno dei padri dell'enologia italiana per tre motivi. Pulizia dei vini, fermentazioni malolattiche e nuovi territori. L'enologo tosco-piemontese è stato il primo a capire l'importanza di fare vini puliti, fini, anche a costo di perdersi un che di complessità almeno in gioventù. Le fermentazioni in acciaio e solo dopo in legno nuovo, per esempio. 

Tachis è stato il primo enologo non solo italiano a capire a fondo le fermentazioni malolattiche, sulle quali ancora oggi si studia e ancora oggi si cerca di capire. L'importanza di fare presto la Mlf dopo la fermentazione alcolica, lezione digerita nella maggior parte delle cantine italiane di qualità e contestata solo dai alcuni produttori classici di Borgogna. 

Infine Tachis, a riprova dell'attaccamento, lui che era piemontese di origine e toscano di adozione, al concetto di terroir, fu tra i primi a capire il potenziale inespresso di regioni come la Sicilia e soprattutto come la Sardegna, che ancora oggi hanno bisogno di tecnici preparati per capire le loro uve e i loro grandissimi cru. 

FOTO Tratta dal blog Divinicorrieri di Luciano Ferrario

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