
Ecco la Coulée de Serrant, mitico Chenin blanc di Nicolas Joly, dalle vigne dei monaci cistercensi del XII secolo, in cima al viale di cipressi del Cimetière des Anglais che domina la Loira.
Ispiratrice della commedia “Un’ottima annata” sgradita agli enosnob (che però amano Mondovino), simbolo dei biodinamici buoni e uno dei cinque vini bianchi più... buoni di Francia per Curnonsky (il principe dei gastronomi difensori del territorio), la Coulée de Serrant (2004) mi è sembrata come un vecchio disco. Non solo per una piacevole nota di vinile mischiata a profumi di cedro, susina, ananas, miele, pimpinella... Per la lentezza dai più nervosi Chablis/I-pod o per l’ebbrezza dell’alcol abbondante.
Un vecchio disco va maneggiato con cura, gira piano; ha i suoi tempi, un odore, le sue verità; si può abbracciare, accarezzare, non facilmente dimenticare. Il libro di Joly “Il vino tra cielo e terra” invece si può anche dimenticare...
Ispiratrice della commedia “Un’ottima annata” sgradita agli enosnob (che però amano Mondovino), simbolo dei biodinamici buoni e uno dei cinque vini bianchi più... buoni di Francia per Curnonsky (il principe dei gastronomi difensori del territorio), la Coulée de Serrant (2004) mi è sembrata come un vecchio disco. Non solo per una piacevole nota di vinile mischiata a profumi di cedro, susina, ananas, miele, pimpinella... Per la lentezza dai più nervosi Chablis/I-pod o per l’ebbrezza dell’alcol abbondante.
Un vecchio disco va maneggiato con cura, gira piano; ha i suoi tempi, un odore, le sue verità; si può abbracciare, accarezzare, non facilmente dimenticare. Il libro di Joly “Il vino tra cielo e terra” invece si può anche dimenticare...
non ti esporre troppo al giudizio scontato sui vini francesi..i cugini francesi si possono incazzare...sii trasversale ragazzo mio
RispondiEliminawww.chefmarco.splinder.com
chef, ma per me i vecchi dischi sono una bella emozione... è il libro di joly che ho trovato un po' fideistico nelle parti in cui si aspetterebbe qualcosa di scientifico. ma quando ci si vede in umbria?
RispondiEliminaho finito di leggere quel libro proprio ieri. interessante, certamente non esaustivo né abbastanza scientifico da essere preso come guida alla viticoltura biodinamica, ma spero non fosse quello il suo scopo. credo però il ragionamento di fondo debba essere preso quanto meno come spunto di riflessione: se il genere umano (il mondo, vah...) è sopravvissuto fino ad oggi è stato grazie all'assenza dei diserbanti, e se oggi invece la natura è in pericolo è proprio per colpa dei suddetti prodotti e dei poteri che vi si celano dietro. semplificando molto. n'est pas? ;-)
RispondiEliminaMannaggia stavo per leggerlo con tanto entusiasmo... e visto che dell'autore di questo blog mi fido, un po' mi sono smontata. Però, essendo amante degli anni 80 e dei bianchi e dei vini francesi, prima o poi proverò il vino.
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