ROMA - Di tutte le specie ittiche vietate in tavola dal prossimo primo giugno, mi mancheranno più di tutti i calamaretti spillo, per la loro eleganza, dolcezza, delicatezza. Me li ha fatti amare, mantecati da crudi nella pasta con una spuma di fumetto di pesce, un grande cuoco che lavora in Toscana. Dall'1 giugno però mancheranno anche:
CICERELLO: Liguria, Calabria e Sicilia con la sciabica da natante o con reti a maglia da 3 mm; CALAMARETTO: le nuove maglie quadrate da 40 mm anche in questo caso sono troppo grandi per la cattura. CANNOLICCHIO: pescato in Tirreno e Adriatico in modo professionale con le turbosoffianti vicino alla costa, ma ora non si potrà pescare entro le 0,3 miglia.
ROSSETTO: Liguria, Toscana, Campania, Calabria, Sicilia, Puglia e Abruzzo. BIANCHETTO: fa parte del novellame del pesce azzurro, il piccolo della sardina, pescato in Liguria, Toscana, Campania, Calabria, Sicilia, Puglia, Abruzzo.
LATTERINO: problema analogo per questa specie pescata in Friuli, Veneto ed Emilia Romagna. SEPPIE: pescate in Friuli, Veneto, Emilia Romagna a strascico, sistema che potrà essere consentito solamente oltre
le 3 miglia dalla costa. TELLINE: bivalve tipico del Tirreno, catturato con rastrello da natante che però non potrà essere usato entro le 0,3 miglia; ZERRO: tipico della Toscana della famiglia del pesce azzurro, ottimo per le zuppe.
Un provvedimento giusto, se si pensa che il fermopesca invernale non aveva molto senso quando poi, nei primi mesi dell'anno, si poteva andare in lungo e in largo per il mare con le reti a maglia fine. Cioè si lasciava, per dire, alle triglie tutto il tempo di riprodursi. E un mese dopo se ne riempivano le reti di novellame.
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