A un mese esatto dal discusso intervento di Giovanni Picuti sul Mangiare reazionario in Umbria, ecco la risposta di Antonio Boco, collega della guida ai ristoranti (concorrente) del Gambero Rosso e miglior giornalista del vino 2010 per i Grandi Cru.
di Antonio Boco
Sono un vorace lettore degli scritti di Giovanni Picuti, che trovo il sabato sul Corriere dell’Umbria, ma che ho la fortuna di ricevere anche, comodamente, per posta elettronica. Li conservo tutti, senza distinzione, in un’apposita cartella del mio pc. Quelle di Giovanni sono argomentazioni preziose, quasi sempre fuori dalle gabbie e gli schemi dell’ordine costituito, a tratti politicamente scorrette e del tutto prive di stucchevoli salamelecchi. Insomma, un vero toccasana per cervelli sempre più avvizziti. Ecco perché sono rimasto stupito dalle sue ultime considerazioni, quelle sul “Mangiare reazionario in Umbria”, che invece rappresentano, a mio avviso, una specie di bagno in quasi tutti i luoghi comuni gastronomici del momento. Ma andiamo per gradi, cercando di evidenziare i punti critici dell’articolo.
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