PERUGIA - Oggi sono stato a pranzo al Revolution di Perugia, un ristorante per celiaci. Non con un menu dedicato. Anzi, nel menu non c'è scritto niente. Il titolare non è celiaco. "Matto piuttosto" mi confessa spiegando le fazioni di chi fa cucina gluten free. L'idea è che gli intolleranti al glutine non subiscano la discriminazione di un menu diverso.
Bisogna arrivare alle birre per trovare accanto all'Estrella la segnalazione di 6ppm, una quantità minima di glutine (in Italia la legge impone di stare sotto le 20 parti di glutine per milione, in Francia 100ppm, in Inghilterra 300ppm). Per il resto, si può ordinare tutto con la garanzia che è senza glutine.
Il menu (una tabella di prodotti consentiti o vietati la trovate qui) è quello di una cucina italiana classica, con più pesce che carne, più gnocchi che spaghetti e più verdura ovviamente che legumi. Se dovessi sintetizzarne un'impressione direi soffice.
Abbondante antipasto di pesce (buono l'inzimino), piacevole il salmone, con tartufo estivo ormai tanto maturo, ma gradevole al sapore lo sformatino di patate. Nell'insieme a parte il prezzemolo sui piatti così abbondante da creare quello sì intolleranza, la cucina per celiaci si sente solo nel pane (con metilcellulosa E464, gomma di Guar e farina di frumento deglutizzata).
Per il resto questo ristorante moderno di periferia ha un progetto sensato al di là dei 750 celiaci umbri dell'associazione (mille stimati), il 6% della popolazione italiana secondo i gastroenterologi e un bimbo ogni 150 stando ai nuovi nati. Buon sottofondo musicale, e ottimi vini umbri.

Auguri ai proprietari.
RispondiEliminaNon capisco però perché parli di discriminazione a proposito di menu per i celiaci. Quando io l'ho proposto a casa mia ho ricevuto solo complimenti dagli interessati che hanno visto un'attenzione particolare verso una fascia di clientela che ha dei problemi specifici con il cibo.
E' come se dicessimo che il tg per i non udenti (perché no: sordi? pane al pane) è discriminatorio.
L'handicap del celiaco si vive in pubblico a differenza di quello del tg per non udenti o sordi che dir si voglia. Un celiaco non va al ristorante, se ci va deve sentirsi diverso a ordinare da un menu apposito. Personalmente nn ci trovo niente di strano in una visione di realpolitik. Ma in una visione ideale trovo migliore un menu tutto per celiaci senza discriminazioni.
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