lunedì 7 marzo 2011

Bye Bye Montalcino

MONTALCINO - Oliver Glowig se ne va. Lo chef tedesco due stelle Michelin e 17/20 dell'Espresso, arrivato da Anacapri a Poggio Antico circa quattro mesi fa, lascia Montalcino per l'hotel Aldovrandi di Roma dove andrà a sostituire gli Iaccarino per il ristorante.

La notizia come ho scritto sul Corriere Nazionale di venerdì scorso era circolata durante Benvenuto Brunello ma lo chef aveva raccomandato riservatezza, salvo poi ufficializzarla all'Enoteca italiana di Siena domenica scorsa. Un'offerta che non si poteva rifiutare.

Ma ora che ne sarà dell'alta cucina a Montalcino? Chapeau al lavoro egregio di Giovanniluca di Pirro, chef del Giardino che sta facendo veramente dei bei piatti ed è riuscito a mettere d'accordo i produttori di vino togliendosi persino lo sfizio di tenere qualche birra artigianale a 50 metri dal consorzio del Brunello.

Però dopo l'addio di Susanna Fumi, dopo la fuga di Guido Haverckok e dopo la partenza di Glowig, per l'alta cucina a Montalcino s'è fatto terra bruciata. E questo è grave non perché in tutte le regioni vitivinicole del mondo ci siano grandi tavole (a cominciare dal Chianti classico) tranne qui.

Immagino già qualche produttore che dirà, a che serve? Serve, come "serviva" Pierangelini al Masseto e non è certo un vino che ha bisogno di spinte. Lo ha capito bene Emilia Nardi che negli ultimi due anni ha invitato a cucinare nella tenuta l'anno scorso Agostini e quest'anno Lopriore, due dei cuochi giovani emergenti della cucina italiana. Serve perché circolano i gourmet, i critici, l'eccellenza della tavola. Perché vengono valorizzate le risorse umane di un territorio, gli artigiani. Perché se ne parla, perché si stappano le bottiglie.

Non compravano i vini, si sono lamentati in tanti. Però nessuno dice che Glowig aveva mandato alle cantine una mail per invitare i produttori a portarsi le proprie etichette, ispirandosi a quanto già fece l'ottimo maitre di Banfi (e poi di Poggio Antico) Matteo Trolese. Ma non li compravano, vero? Bottegai.

8 commenti:

  1. Peccato, non ho fatto in tempo a provarlo! All'Aldovrandi a Roma sarà inaccessibile.
    Per il resto hai toccato un tasto dolente....anche a Bolgheri chi c'è?!?!?

    RispondiElimina
  2. l'ho provato a pranzo martedì scorso, ovvero l'ultimo giorno della gestione glowig. un colpo di fortuna! siamo stati molto bene. peccato per poggio antico e per montalcino: un'occasione persa.

    RispondiElimina
  3. @cristina direi che il ristorante dei produttori di vino bolgheresi del dopo pierangelini sia la pineta dello zazzeri. ma anche bracali non sarebbe lontano...

    RispondiElimina
  4. Io intendevo Bolgheri, il borgo storico come emblema della denominazione. D'accordo naturalmente sul livello dei ristoranti citati ma La Pineta a Marina di Bibbona fa solo pesce e Bracali, come sai, è a Massa Marittima, altra denominazione.
    Tra Bolgheri e Castagneto tante ottime Osterie, Ristorantini ed Enoteche ma ristoranti di Alta Cucina.......

    RispondiElimina
  5. Ah ok, allora ne approfitto... Come si mangia alla Magona, è da tanto che manco. E Osvaldo lo conosci?

    RispondiElimina
  6. Ottimi entrambi, Magona più informale e solo "ciccia" e selvaggina :-), Osvaldo più elegante, menu carne/pesce.

    RispondiElimina
  7. Vivere e lavorare in campagna è dura, molto dura con tutto l' attuale sistema "citycentrico ".
    A questo poi sommi i produttori che poi sono le uniche entità produttive "campagnole "che prtaticamente ti snobbano , ovvero , ti vedono solamente come consumatore . Il quadro è bello che fatto .
    Ma Oliver non ha di questi problemi. Il problema lo hanno i ristoratori piantati

    RispondiElimina
  8. Peccato davvero! Come hai affermato tu Aldo, il Nostro Giovanniluca fara' emozionare sempre piu'...ne sono convinti tanti, se preferisci, Gourmet.

    Quoto Al Giardino.

    Al cuoco, invece, confido il desiderio di assaggiare una miscela di caffè superiore!

    Bruno_

    RispondiElimina