mercoledì 30 marzo 2011

Il Tegolato del Principe

Caro Principe,

ti scrivo queste poche righe dall'aldiquà. Quaggiù si dimentica in fretta, ma non per tutti è lo stesso. Alla Giostra non tornavo da poco meno di un anno (Soldano mi ha rimproverato), ma tu sai in cosa sono impegnato. E' stato emozionante trovare tutto come l'hai lasciato. Ero seduto al posto di quella ragazza di San Francisco che venne a trovarmi in Umbria dopo l'ultima volta che abbiamo cenato insieme. 

Dopo il solito piatto offerto per antipasto mia sorella ha preso la wiener schnitzel (viener scnizel) che ho finito e io il capretto con le patate sautè che ogni tanto mi faccio anche a casa, anche se le salo meno di Ubaldo che sono andato a salutare in cucina. Era l'ultimo ad andare via come i capitani d'industria.

Da bere ho preso il Poggio del Castello di Monsanto riserva 2006, ma non sapevo che avevi prestato tu il trattore a Fabrizio Bianchi per i solchi delle vigne nel 1956. E quando Soldano mi ha detto che lo consideravi il miglior Chianti classico, al di qua della collina di Poppiano, gli ho detto: ma lo sai che non ho mai assaggiato il Tegolato?

Ora non venirmi a dire che è stato un caso ordinare un vino confinante con le tue vigne di allora e sedermi al posto della bella atlantica e veder Soldano prendere una bottiglia del tuo vino sulla mensola sopra di me. Senza etichetta né annata. Sarà stato un '68 o '69. Il tappo si è sbriciolato ma dopo aver decantato il vino ci siamo sbriciolati noi.

Sembrava un Margaux coi suoi profumi di prugna secca che non lasciavano trapelare altre note ossidate, "like an ammontillado" ha scritto un collega, ma si riconosceva ancora la Toscana per la sua fresca ciliegia. Sapido come i vini veri della Valdelsa. Coltivavi il cabernet sauvignon quando non esisteva il Sassicaia. Hai anticipato il Tignanello di oltre dieci anni. Ho riletto le tue sottolineature nel Ribereau-Gayon, anche se non ho trovato il "marketing" tra le pratiche di cantina. 

E' stato commovente come una lettera postuma, un romanzo incompiuto del quale si conosceva l'esistenza ma non ancora il contenuto. Un testamento al bere non comune, ai vini di valore e non di casacca, alle vite superiori. Pensa che Soldano voleva un pagamento in natura (non da me ovviamente) dopo aver assaggiato il vino.

Tuo affezionatissimo, af

4 commenti:

  1. cavolo, questo significa che mi terrò le mie bottiglie di Tegolato 69 e 70 ben nascoste in cantina!

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  2. ti ricordo che avevi promesso di stappare il tegolato quando fossi venuto...

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  3. .....ho letto...ho sorriso e mi sono emozionata!
    sicuramente di parte...perche' ero a cena con il mio "fratellino"....ma ho risentito l'atmosfera di quella sera non solo per la presenza piacevole e simpatica di Soldano....ma anche perche' sembrava che "qualcuno" ci guardasse e ridesse con noi!

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  4. Non potevi trovare modo migliore (la letterina e pure scritta in carattere corsivo) per esprimere tutto il pathos che ti ha ispirato l'assaggio di quel vino monumento! Chapeau! E non me ne frega niente se penserai "Timeo Danaos etc... "

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