di Chiara Bellacci
RAGUSA - Scusi lei èsposata? No. E’ fidanzata? ... (pausa). E come è possibboli??? (pausa) Io sono separato, le posso offrire una granita? Non potevo accettare, dopo il piacere che mi ero appena concessa. Il mio palato, le mie papille tutte ancora vibravano per la delizia di quell’incontro che è stato il pranzo al ristornate Duomo di Ciccio Sultano.
Già decisa a starmene a casa in agosto non pensavo minimamente che sarei partita. Invece una mattina in ufficio, dando una distratta occhiata agli appuntamenti che mi aspettavano in settembre, il mio mouse ha fatto click e in un batter d’occhio avevo un volo prenotato Roma Catania Roma, un appartamentino delizioso ad Ortigia e un tavolo al ristorante Duomo a Ragusa Ibla.
Il treno che da Siracusa mi ha portato a Ragusa, sembra un giocattolino dei tempi andati, due vagoni celesti e verdi piccoli piccoli. Il capotreno mi ha fatto compagnia per tutto il viaggio, in questo trenino con aria condizionata funzionate e pulito, alla faccia di chi trova scarafaggi fosforescenti per andare a Milano. Fuori mandorli che si alternano a gelsi a qualche mostriciattolo edilizio e poi i monti Iblei, sembrano terrazze con la ringhiera di questa pietra bianca, che in una giornata di sole come quella mandano una luce accecante.
La stazione dei treni di Ragusa, in agosto e forse non solo, è deserta. Non è che non ci sia nessuno che possa darti un’indicazione o un’informazione, non c’è proprio nessuno. Per fortuna mi ero organizzata per tempo e avevo chiesto un taxi già al momento della prenotazione. Informazione di servizio per chi si sposta con mezzi pubblici, la famiglia di Ragusa che gestisce il servizio taxi ha anche un’impresa di pompe funebri, a volte può essere realmente oberata…
Da Ragusa si sale per Ragusa Ibla, paese bianco e rosa, arroccato di fronte ai monti Iblei di cui sopra, sarà che per costruire questa bomboniera barocca hanno usato quella pietra?! Il ristorante si trova forse nella parte più alta in una stradina stretta che porta a piazza Duomo ( la fantasia a volte è l’anima del commercio). Brevemente, mi sono seduta alle 13 e sono uscita alle 17… Leggera come una piuma.
La mia richiesta ad Angelo, patron insieme a Ciccio, è quella di poter assaggiare tutto e avere porzioni piccole per non lasciar niente. A quel punto avranno pensato che fossi una critica gastronomica o qualcosa di simile, li ho tranquillizzati subito quando ho chiesto che non mi portassero niente con il prosciutto cotto. Ho preso il menu Terra Mare, ha un nome che non ricordo.
Si inizia con amuse bouche a ripetizione, le prime accompagnate da cartamusica con pistacchi e mandorle, un percorso che fa gioire il palato senza avere parabole di gusto, una successione continua. Dal gambero bianco su latte di mandorla e zenzero, alla cannocchia con l’olio del suo carapace e miele di rosa canina, al cappuccino con il mare infondo, (una crema di fave con un’ostrica tutto coperte da una soffice schiuma di latte).
Finiti i preliminari, ultima ghiottoneria è un sandwich con gelato al tartufo nero dei Nebrodi e scaglie di tartufo. Di antipasto filetti di triglia con frittatina di pane e pomodori pachino e uvetta sultanina (poteva mancare?). Gli spaghettoni con crudo di gamberi sono di un equilibrio disarmante e preparano di nuovo la bocca al secondo piatto di spaghetti al nero di seppia, io credo che li faccian loro, giustamente porosi da assorbire le salse come sono. L’ultimo primo (viva gli ossimori) è un pacchero con ricotta e spinaci.
Ma la terra dov’è? E arriva il maialino dei soliti monti Iblei, tenero in tre forme, il suo lardo il suo fegato e il suo filetto e il mio piacere…La cassatina chiude tutto, resta il ricordo di quel mandarino candito.
Tutto questo con quaranta gradi centigradi fuori, ah sì, ho pure bevuto, Caricante un bicchiere, Cerasuolo e Passito.
L’abbinamento perfetto per questo pranzo? Le chiacchiere con Ciccio, uomo generoso, persona entusiasta di ciò che fa, dagli occhi vivi e brillanti. Altra nota piacevole è la voce da cronista radiofonico alla Nando Martellini, di Angelo. Il mio menu è costato 135 euro, le portate non sono scritte e Angelo ti chiede se hai intolleranze o se non ti piace qualcosa, il prosciutto cotto appunto!
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Fantastico! Avrei voluto essere lì con te! il Koala
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