martedì 31 marzo 2009

Testamatta, vigna con vista (Duomo)


Prima verticale assoluta di Testamatta ieri sera a Firenze alla Bottega del buon caffè dal 2000 al 2007 (in anteprima) compresi. Bibi Graetz è un vigneron alla francese che fa il vino in una vigna vecchia e scoscesa con vista sul Duomo di Firenze nei boschi dei primi amori dei fiorentini a Vincigliata e vinifica nelle barrique con follature a mano. Ha disegnato l'etichetta e un pomeriggio alle Volpi e l'Uva (un'altra chicca di locale fiorentino), gli ha dato il nome.

Si chiama così da quando la "testamatta" era lui. Per esempio perché al liceo artistico, mentre tutti i compagni di classe tiravano fuori la scatola coi penelli fino al 24, lui si portava dietro solo il 18. Figlio d'artista, Bibi col Testamatta si è ritagliato uno spazio importante nel vino toscano.

Della carrellata di annate, il 2001 e il 2005 sono risultati i migliori. Col secondo si passa da un blend di sangiovese, canaiolo, colorino, malvasia nera e moscato nero, a un sangiovese in purezza. E il cambio si sente soprattutto per struttura e sapidità (il termine mineralità è un po' abusato). Un report lo trovate anche sui blog di Burde e (promesso) Romanelli.

Bravi anche i fratelli Gasbarro: Donovan in sala e Francesco nella cucina di questo brillante bistrot. Il cuoco viene da alcuni posti carini della Firenze di qualche anno fa come Le Barrique, Angels della prima ora, La Loggettina.

lunedì 30 marzo 2009

Cucina Aperta Fino a Tardi a Firenze

Ci siamo dimenticati di mangiare e ora dove si va? Vi è capitato? La campagna elettorale di Firenze tra il giovane Renzi, l'ex portiere Galli e il civico Razzanelli ha avuto un sussulto quando il candidato del centro destra ha detto: ma a Firenze dove si va a mangiare a mezzanotte?

Il problema un po' anni Ottanta invita a una riflessione. Perché Firenze non è la provincia della Toscana. Eppure, dove si va a mangiare dopo una certa ora? Che non siano fast food, voglio dire?

Il mio indirizzo è La Giostra in Borgo Pinti. Qui fino a mezzanotte si mangia à la carte. I ravioli di burrata, il capretto scottadito, il fritto toscano, e anche il filetto Kalvill (con foie gras...). Qui mangiava Benigni dopo Dante in Santa Croce, qui viene John Malkovic in All Star e calzoncorti, i cantanti dopo i concerti... Oltre i 15 euro a piatto.

venerdì 27 marzo 2009

Il Paradosso dell'Orata: Schifosa ma Sicura

La domanda è questa: può un cibo essere non di qualità, eppure sicuro? Secondo noi sì. E' un paradosso della società capitalista e della società civile che in una recente disanima il direttore delle Guide Espresso, Enzo Vizzari, ha spiegato molto bene con l'esempio dell'orata a tre euro.

Il paradosso dell'orata è questo. Vado al supermercato e compro un'orata a tre euro. Se l'orata è fresca e allevata correttamente, allora sarà anche sicura. Sulla qualità del sapore di lago e talvolta di fango che può avere un'orata allevata rispetto a quella pescata e alla sua consistenza, è un altro paio di maniche... Siete d'accordo? O pensate che buono e sano siano per forza inscindibili?

Ufficiale il Matrimonio Slow Food - Giunti

Il matrimonio tra la fiorentina Giunti Editore e Slow Food dopo il divorzio dell'associazione di Carlo Petrini dal Gambero rosso, ora è ufficiale. A Vinitaly (venerdì 11.30 Pad9 standE4) il presidente della chiocciolina Roberto Burdese con Bruno Mari (direttore editoriale Giunti) e Gigi Piumatti (presidente Slow Food editore) presenteranno questa nuova prospettiva editoriale per l'enogastronomia italiana.

Secondo le prime informazioni, Giunti si occuperà di produrre e commercializzare i contenuti editoriali elaborati da Slow Food. Ma l'alleanza sarà articolata in più punti.

giovedì 26 marzo 2009

Le Sette Regole d'Oro della Birra

La birra vola nella ristorazione italiana grazie soprattutto a tre circostanze. La crisi economica, i controlli anti alcol sulle strade (e una inferiore gradazione rispetto al vino) e la ritrovata produzione artigianale italiana spingono i consumi.

Al momento i produttori di vino non sembrano preoccupati della concorrenza. Uno studio inglese infatti dimostrerebbe che una pinta di birra costa in proporzione più di una bottiglia di vino media.

Ma quali sono le regole per bere una buona birra? I Jre e Assobirra hanno lanciato una pubblicazione con le sette regole d'oro del servizio. Diffidate dalle imitazioni.

1) La schiuma: alta due dita e ben compatta (ma mano che la birra viene consumata la schiuma dovrebbe lasciare nel bicchiere dei piccoli segni circolari chiamati "merletti di Bruxelles").

2) La spillatura ha due fasi: prima lentamente col bicchiere a 45 gradi, poi veloce a bicchiere dritto.

3) Il bicchiere giusto. In mancanza di quest'ultimo il classico calice da degustazione (che è anche meglio).

4) Il vetro sempre pulito e possibilmente bagnato.

5) La temperatura: di frigorifero (basta cazzate della birra a temperatura ambiente!)

6) La giovinezza: per un sapore pieno.

7) La conservazione: in luogo fresco e al riparo dalla luce.

Viva!

mercoledì 25 marzo 2009

Il Tarlo Contro la Crisi

Su queste pagine stiamo dando conto di quanto stia accadendo nei ristoranti soprattutto di Toscana e Umbria. Spesso una ridda di voci di chiusure.

Tra queste anche Il Tarlo di Riotorto a Piombino (0565.21058). Che pero' non ha chiuso ne' cambiato gestione. Lidia Macelloni, cuoca proprietaria affronta la crisi cosi'.

Da qualche giorno ha dimezzato i prezzi (prima 55 euro a testa), accantonato pesci e piccioni e messo in carta ragu' di cinghiale, trippa, tortelli e pizze.

"Ci e' dispiaciuto, eravamo arrivati abbastanza avanti, ma in questa zona non c'era l'utenza". Che sia la ricetta giusta?

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Un Chianti "Classico"

Se dovessi consigliare un Chianti Classico culturale (non amo il termine tradizionale), un esempio quasi scolastico di come un toscano amante del vino puo' immaginare un Chianti Classico, una delle scelte ricadrebbe sul 2006 riserva di Badia a Coltibuono.

Colore rubino (del gioiello), schiuma argento, profumi di violetta, ciliegia e stecca di liquirizia, grande bevibilita'. Più complesso e sapido con una profonda nota di cuoio il Sangioveto 06. In una bella carrellata di questa azienda di Gaiole da 30 anni con lo stesso enologo (Maurizio Castelli) al Targa Bistrot di Firenze insieme ai colleghi Calabrese e Romanelli.

martedì 24 marzo 2009

La Torta Peyrano

Dall'esperienza centenaria Peyrano, storica maison torinese del cioccolato d'eccellenza, nasce la "Torta Peyrano": tradizione torinese del cioccolato e tradizione piemontese dei lievitati.

Pan di Spagna al cacao, farcito con marmellata e l'esclusiva crema "alcolica" dei cioccolatini Alpini, must degli appassionati del cioccolato Peyrano. Insomma, una rivistazione "sabauda" della Sacher!

Chissà cosa direbbe un critico esperto come Gigi Padovani della Stampa che ha scritto un delizioso libro sul cioccolato a quattro mani (e due palati) con la moglie...

Voglia di Rosso

Selon une étude de l'Ospedale Santa Maria de Florence, réalisée auprès de 789 italiennes de 18 à 50 ans, la consommation d'un à deux verres de vin rouge par jour accroît le désir sexuel féminin.

Il ne s'agit pas seulement d'un effet de désinhibition: le vin rouge a un effet direct sur l'activité sexuelle. En clair, les femmes qui boivent un à deux verres de vin rouge par jour sont plus actives sexuellement que celles qui s'abstiennent.

On se rappelle qu'un effet similaire avait déjà été observé, toujours en Italie, avec la consommation de chocolat noir. Ce soir, chérie, fondant au chocolat, accompagné d'un petit Porto. (Fonte Fijev).

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lunedì 23 marzo 2009

La Messa e' Finita

"L'Italia e' l'unico paese del quarto mondo con capacita' distruttive da potenza industriale".

Benedetto Annigoni, figlio del pittore Piero e illustre cacciatore gourmet ha condiviso con il piccolo Vostro per intercessione dello sparecchiatore Otto un fiasco di vino (tutto) e un'ottima testina di vitello trippata.

Da Giovanni del Perseus, a Firenze, ex macellaio. Ritrovo meridiano superpartes della politica fiorentina. Quella che pensa ancora. "Ho molto fiducia nella crisi" ha chiosato Annigoni.

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Il Brunch del Four Season di Firenze


Se il brunch è una delle nuove forme di tavola contemporanea destinata a cambiare le nostre abitudini come l'apertivo (piaccia o no questo è, lo scrive anche il Nyt), il brunch del Four Seasons di Firenze è la forma "classica" del bello/buono proporzionato, sobrio/sano e anche innovativo.

Nel video girato ieri la deliziosa Giulia ci descrive i diversi buffet della corte di Palazzo della Gherardesca già Casino degli Scala, dote della sorella di Papa Leone XI e harem mancato del vicerè d'Egitto Ismail Pascià.

Costa 60 euro, è vero, ma li vale. Per la frutta fresca, ostriche e cappesante, soffici omelette, norcineria e formaggi eleganti, ravioli del plin, bistecca e pancia di vitello, contorni alla orientale.

Una elegante varietà di piatti dell'executive Vito Mollica, che si sublima con i dolci di Romain Renard. Il francesino è un talento cristallino che con la sua mousse di cioccolato e mou trasforma un dessert in una macchina del tempo per l'Ottocento fiorentino dei pasticceri piemontesi.

sabato 21 marzo 2009

Il Corbezzolo (o da Fiammetta)

Lei si chiama Fiammetta come un personaggio di Boccaccio ma e' una giovane signora friulana dell'ex Stato Pontificio definitasi non cuoca e dimostratasi esimio chef maison.

Il Corbezzolo e' al Vocabolo Madonna della Pia di Cantalupo, nel comune di Bevagna (0742.361933), sulla collina sopra le cantine di Dionigi e Lunelli. Una veranda in legno con 20 posti, aperta sempre su prenotazione.

Si spendono 25 euro senza vino! E il sagrantino della casa si fa pure bere. Stupenda cecina calda col lardo come stuzzichino, flan di finocchi e pecorino con guanciale croccante, gnocchi con brunoise di carota e sedano al coniglio e faraona o piccione per secondo.

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Ultimi giorni per votare questo blog

Ultimi giorni per votare Consumazioneobbligatoria come miglior blog del 2009 a Blog cafè di Squisito. Per votare seguire il link qui in alto a destra. C'è bisogno di tutti i vostri voti perché non rientrando nei blog di ricette o in quelli solo di vino per il premio della critica la concorrenza è forte.

Ricordo il mio "contratto con gli internettiani" postato all'inizio della campagna elettorale. Già mi appoggia il sindacato per lo scioglimento dei capelli alle cameriere in sala. Il Banco popolare del pesce e dei crostacei mi finanzierà. I sollevatori di carte dei vini mi faranno il servizio d'ordine nei comizi.

Nei primi cento giorni assumerò una grafica, una vignettista e una segretaria (aspettino a mandarmi i book fotografici, non si sa mai). Troverò un milione di post di lavoro. Abolirò le marchette... Cmq si continuerà a parlare di cibo e vino con un pizzico d'ironia e di sale.

giovedì 19 marzo 2009

Il Piccolo Principe della Versilia


E' la cucina più alta della Versilia non solo da quando Il Piccolo Principe del Principe di Piemonte a Viareggio si è spostato all'ultimo piano dell'albergo più alto della Versilia (se diventerà anche l'alta cucina migliore, sarà il tempo a dirlo).

Giuseppe Mancino ha 27 anni e già una stella. Rispetto a qualche anno fa ha migliorato il suo stile mediterraneo rendendolo più pulito e accattivante. Descrive i suoi piatti come se li cucinasse lì in piedi accanto al tavolo del cliente e come se ne avesse fame proprio in quel momento. Ma soprattutto non si è montato la testa. Apre i molluschi nell'acqua gassata, mi ha spiegato. Per non far perdere loro la propria acqua. La seconda almeno. Una cosa che non conoscevo e che confermo succosa nel piatto. Piatti di pesci sodi e puliti. La calamarata cotta nel barattolo dove le nonne (ma non solo!) facevano le passate, è oggi leggera e gustosa.

Piatto da godere invece questo di triglie con la pasta phillo croccante, la quenelle di cipollotto, e la sfera di burrata. Ma soprattutto la guancetta brasata col foie gras, altro grande amore del salernitanino. E grande spettacolo dal roof garden con piscina del Principe. Non sarà poetico come Le Petit Prince di Saint-Exupery, ma "tutti i grandi sono stati bambini" no?

mercoledì 18 marzo 2009

Il Cibo o L'esperienza?

Cibo eccellente, atmosfera casual, no tie. Più valore per la spesa, attenzione a tutto e disponibilita' di orari e prenotazioni.

Sono i nuovi canoni del cliente dell'alta ristorazione secondo quanto emerso dal convegno dei Jre a Firenze.

Basta rotture di palle inutili tipo "tutto bene?" salvo poi non accettare una prenotazione per un quarto d'ora di scarto, piuttosto maggiore scioltezza e disponibilita' come a quel cliente entrato in un grande ristorante per fare colazione.

La risposta se si cerchi al ristorante cibo o esperienza e': esperienza unica. Buone idee a tutti.

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martedì 17 marzo 2009

Jre, Gli Omaggi degli Chef Ospiti



Molta ironia nei regali che gli chef Jeunes Restaurateurs d'Europe ospiti a Firenze hanno voluto consegnare al past president Marco Bistarelli e all'attuale Emanuele Scarello. A cominciare dall'etichetta di un prosciutto degli sloveni perché hanno detto: sta ancora stagionando. Al set di coltelli del video, da parte dei tedeschi. "Voi fate bene il pane, ma noi i coltelli".

Jre, La Cena nel Salone dei Cinquecento


Bellissima cena ieri sera nel Salone dei Cinquecento di Firenze con i Jre da tutta Europa. Aperitivo servito dai nuovi entrati come Marco Stabile. Antipasto dei campani (ragazzi, la prossima volta vi potete sforzare anche più d'una frisella coi pomodorini eh...). Cannelloni dei lombardi. Secondo degli altoatesini (un'ottima guancetta brasata), predolce del neo presidente Scarello e ottimo dolce di Cerea.

Una serata in cui i jeunes hanno mostrato come "il talento e la passione" uniti a una buona dose d'ironia - vedere per credere - (oltre alla professionalità e l'impegno) possano fare la differenza.

Dissapore C'è

Nel settore dell'editoria enogastronomica italiana la crisi è al cubo. Si soffre cioè di più che in altri settori per tre motivi. Il primo: la crisi economica e quindi della pubblicità. Il secondo: la crisi strutturale innescata dai nuovi media rispetto alla carta stampata. Il terzo: il divorzio tra Gambero rosso e Slow food con i possibili contraccolpi anche in altri gruppi editoriali.

Dopo il nuovo sito de L'Espresso food&wine sul web, c'è però già un'altra novità: Dissapore. E' il nuovo network di Massimo Bernardi (ex Peperosso ed ex Kelablu) che ha radunato intorno a sè un gruppo di giovanissimi come Burde e Vignereimanonposso per dirne due... In bocca al lupo!
(nella foto due Andrea Menichetti di Caino e Alice Ferretto del Cascinalenuovo nel recession marketing che ha lanciato il network).

lunedì 16 marzo 2009

Il Cliente Ricco della Crisi

Oggi relazione dell'American Express al convegno dei Jre di Firenze. Dai report della compagnia della nota carta di credito (verde, oro, platino e la super esclusiva black) ecco l'identikit del cliente ricco della crisi (da non perdere):

Il 63% titolare di azienda
Guadagna 600mila dollari annui
Fa almeno 12 viaggi business annui
Fa almeno 6 viaggi leisure annui

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Il Lampredotto alla Cena Jre

Mini panini col lampredotto alla cena dei Jre. Tra i cibi di strada anche la ribollita di lampredotto di Marco (via Gioberti), la porchetta e ovviamente i panini di 'Ino.

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Jre, festa con passione

Dai rapporti tra gli chef e dalla concorrenza tra le cucine d'Europa, tutti gli altri settori hanno da imparare.

Ieri sera alla Leopolda di Firenze la festa dei Jeunes restaurateurs e' stata proprio bella, a cominciare dalla toque versione agro dei Saporito (Leggenda dei frati).

Condividere il lavoro duro delle cucine, le pressioni e i rischi d'impresa unisce questi chef come un grande gruppo di amici. Chapeau.

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domenica 15 marzo 2009

Cibi Sani e Cucina di Qualità

I lavori del Congresso internazionale dei Jeunes Restaurateurs d’Europe (JRE), l’espressione più alta dell’alta cucina in Italia e in Europa, avranno una parte pubblica domani alle 11 all'Hilton Metropole di Firenze.

La tavola rotonda è dedicata a “Cibi sani e cucina di qualità: le nuove frontiere della ristorazione". Si confronteranno, oltre al presidente europeo JRE Erwin Rozendal e quello italiano Emanuele Scarello, i giornalisti Paolo Marchi, Fausto Arrighi, Enzo Vizzari. Il direttore generale della sicurezza degli alimenti e della nutrizione del ministero della Salute Silvio Borrello tirerà le conclusioni di un dibattito che assume carattere di grande attualità.

sabato 14 marzo 2009

La Duse in Cucina

Cena per le prime dieci annate del Podere La Regola ieri sera nel borgo di Riparbella in provincia di Pisa a La Cantina (0586.699072).

Chi c'e' in cucina? chiedo dopo l'arrivo di candidi raviolini burro e salvia fatti in casa. La Duse. Ovvero Duse Tafi, la mamma e la cuoca della gestione familiare. Che dell'attrice di cui porta il nome non ha la drammaticita' ma merita gli applausi.

Soprattutto per i ravioli e per le tagliatelle al ragu' bianco di carne e fegatini di coniglio, specialita' di Riparbella ha detto l'avvocato Nuti (della Regola) che ne va ghiotto. Si spendono 30 euro.


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venerdì 13 marzo 2009

Taste e i Jeunes Restaurateurs d'Europe Firenze al centro del mondo gastronomico

Firenze al centro del mondo gastronomico italiano ed europeo in questo finesettimana. Si è già cominciato con fuori di Taste ieri sera al Q.B. e si proseguirà con Taste, appunto, alla stazione Leopolda in collaborazione con Pitti Immagine, e col congresso europeo dei Jre, i cuochi titolari accomunati da "talento e passione", che si svolgerà da par suo domenica e lunedì.

Un'occasione di confronto importante in un momento difficile per la ristorazione, ma anche per la critica enogastronomica all'inizio di una profonda fase di riflessione e di rinnovamento. Da una parte i ristoranti chiudono - e qui si cerca di darne cronaca - perché sono aziende meno articolate di una cantina o di un'industria (che rischieranno soprattutto a settembre). Si fa la spesa tutti i giorni, più facile tirar giù il bandone rispetto a chi abbia 500 barrique piene.

Dall'altra la critica s'interroga sull'impegno nuovo che può profondere per rilanciare un'informazione (non una comunicazione) di qualità, adatta a riavvicinare tanti a una tavola sana, buona, piacevole e condivisibile. Le direzioni a nostro modestissimo parere potrebbero essere due già tracciate da qualche lungimirante: food cost e informalità. Ma di questo parleremo poi...

La Coulée de Serrant


Ecco la Coulée de Serrant, mitico Chenin blanc di Nicolas Joly, dalle vigne dei monaci cistercensi del XII secolo, in cima al viale di cipressi del Cimetière des Anglais che domina la Loira.

Ispiratrice della commedia “Un’ottima annata” sgradita agli enosnob (che però amano Mondovino), simbolo dei biodinamici buoni e uno dei cinque vini bianchi più... buoni di Francia per Curnonsky (il principe dei gastronomi difensori del territorio), la Coulée de Serrant (2004) mi è sembrata come un vecchio disco. Non solo per una piacevole nota di vinile mischiata a profumi di cedro, susina, ananas, miele, pimpinella... Per la lentezza dai più nervosi Chablis/I-pod o per l’ebbrezza dell’alcol abbondante.

Un vecchio disco va maneggiato con cura, gira piano; ha i suoi tempi, un odore, le sue verità; si può abbracciare, accarezzare, non facilmente dimenticare. Il libro di Joly “Il vino tra cielo e terra” invece si può anche dimenticare...

giovedì 12 marzo 2009

Un Nome al Vino di D'Alema

Vi ricordate la satira di qualche anno fa quando D'Alema si preparava al varo della sua barca a vela e il Foglio di Giuliano Ferrara propose ai lettori un concorso per trovarle un nome? Ne uscirono delle belle tipo Falce e Vascello, Radical Ship e compagnia bella.

Ora è dei giorni scorsi la notizia girata su diversi blog che D'Alema abbia acquistato in Umbria una tenuta e si prepari a far vino. Il dibattito ha virato subito polemicamente sulla scelta del consulente dell'ex premier, troppo poco di sinistra.

Produrre un vino però è complicato, ci vogliono tante conoscenze. Diamo una mano a D'Alema, troviamo un nome al suo vino come fece il Foglio con la barca. Rosso Doc? Rosso del Monte? Fiasco Rosso? Evitatemi querele milionarie, grazie!

Baldo Vino e Santo Bevitore

Per tanti che chiudono (purtroppo o seddiovuole) due nuovi matrimoni tra una nuova generazione di ristoratori appassionati, preparati, intelligenti e con tanta voglia di liberarsi dai luoghi comuni di certa tavola. Il primo al Santo Bevitore di Firenze.

Luca Marin (ex stella Michelin della Vedetta di Accordi) se ne va con la sua bella restaurant manager ad Artimino. Da Marco Baldesi arriva Alessio Morelli, ex bistrotter del fish&chic (all’Artegaia di Fiesole) che faceva crudi originali quando altri ancora servivano carpaccio e rucola.

Da Baldovino a Pistoia, invece, raro esempio di supercantina a prezzi da enoteca, sono arrivate le sorelle Bordonaro. Due anni fa gli eredi di Villa Vannini a Piteccio non si trovarono d’accordo sul da farsi e un ristorante di campagna col camino acceso d’inverno, il cane Altea alla porta, il menu tutti i giorni diverso e un posto terrore dei critici solo per i tornanti che lo separavano dalla modernità ma che era diventato la delizia di tutta la guida toscana: chiuse. Una delle sorelle andò al San Jacopo di Firenze, l'altra, la cuoca, ora è al Baldovino. In bocca al lupo.

mercoledì 11 marzo 2009

Niente Più Cavolo Nero

Arturo Dori mi ha scritto dopo Natale. “Ho scartato i regali e quello di mio figlio era il tuo libro sul tartufo”. Ci sarà stato pure lo zampino della moglie, ma per il Super-Io freudiano d’un allora esordiente avanzava...

Non è per questo però che sono convinto della sconfitta ennesima della Firenze gastronomica (ne esiste pure una) per la chiusura del Cavolonero-gestione Dori (continuerà con altri). C’ero stato quest’anno e lui era in Borgogna a cercar vini. Tanto per dire come sia riuscito a dare un senso (oltre che un gusto) a una cucina e a una cantina non solo fiorentini o toscani.

Dal mio ultimo menu, millefoglie di lingua (al dente) con maionese agli agrumi, gnocchi aglio, broccoli e bottarga, piccione e foie gras, tarte Tatin... Non poteva fare le solite zuppe come tanti altri in Oltrarno? Non poteva aprire una pizzeria esosa? Un giapponese gestito da cinesi? Dori si dice vada a fare lo chef a domicilio. In ogni caso ci mancherà...

martedì 10 marzo 2009

...I Calici Sono In Alto

Un anno fa ieri, scompariva Alberto Dimitri Kuntz d’Asburgo Lorena, indimenticato e indimenticabile maestro di vita e di gastronomia. Alle parole di allora, mi permetto di aggiungerne da chi ha voluto ricordarlo qui.

Del Principe Dimitri Miesko Leopoldo D'Asburgo Lorena rimarra un ricordo indelebile nella mente di tutti coloro hanno avuto la fortuna di conoscerlo di frequentarlo fin dagli anni del castello di Poppiano fino alle glorie della Giostra.Non credo nessun altro riuscira ad incantare un ospite come sapeva fare il Principe. Classe eleganza stile lo rendevano un uomo senza tempo.Grazie Dimitri mi hai fatto capire tanto della vita. Ti voglio bene. Stefano

Questo blog lo ho scoperto per caso e lo ho tanto gradito.Il post è bellissimo.Si. "In alto i calici"."Tanto nomini nullum par elogium.." si dovrebbe aggiungere.Ho sofferto tanto nel vederlo andar via mentre cercavo di essere vicino ai suoi stupendi figli.Anche se oggi non si usa più,io,ogni sera,prima di addormentarmi prego un po'per i miei cari e per il mio immenso amico Alberto.-Mario Bach,Firenze.

Giulio Gambelli detto Bicchierino/2



Giulio Gambelli detto Bicchierino. Il maestro del sangiovese di fronte ai suoi vini, quelli che quando l'uva era buona meritavano l'indice della mano destra ruotato sulla guancia destra, sennò erano solo "discreti". In realtà, uno spaccato di semplicità e cultura del vino italiano. Dalla Versilia dopo "Un'idea di Sangiovese", la degustazione di otto vini gambelliani.

Chianti classico San Donatino 2001: il più sottile degli otto, "sa di Marsala" avrebbe commentato il babbo di Angelo Gaja per tesserne le lodi. Anche l'artista anarchico Leo Ferré volle Bicchierino.
Chianti classico Via Costa-Rodano riserva 2001 Mg: menta, cuoio, fondo di caffè, tannini setosi e un po' di acidità volatile, in parte caratteristica dei vini gambelliani.
Chianti classico Villa Rosa riserva 2001: spiccano note di bergamotto, prugna secca e cioccolato nel finale.
Chianti classico Ormanni Borro del Diavolo riserva 2001: ancora fruttato, visciola, violetta, cuoio con tannini larghi e "saporito" come direbbe lo stesso Maestro assaggiatore.
Pergole Torte Montevertine 2001: il migliore degli otto magnifici... una freschezza che lo terrà in piedi ancora per anni e grande equilibrio ed eleganza (viola, ribes nero, stecca di liquirizia...).
Brunello di Montalcino Il Colle 2004: quello che mi è piaciuto meno, maturo, quasi confetturato, fragoloso, caldo anche se di buona acidità, facile.
Brunello di Montalcino Poggio di Sotto 2004: il più difficile data la gioventù, eppur facile da bere, intenso, mentolato con note di gelso e liquirizia, tannini larghi e dolci e la sua solita eleganza.
Brunello di Montalcino Case Basse Soldera riserva 2002: l'annata piccola, un vino grande per una profondità di note mentolate e marsalate al naso, acidità e sapidità mordenti in bocca e un finale lungo e aristocratico (anche se un po' selvatico).

Persone autentiche, per vini veri.

Nuovo Sito Food and Wine per L'Espresso

E' online da oggi il nuovo sito di enogastronomia del gruppo L'Espresso/Repubblica (al quale pure sono stato chiamato a collaborare insieme ai tanti colleghi della Guida): si chiama L’Espresso food&wine e propone articoli, notizie, foto e video sugli eventi gastronomici ed enologici italiani e internazionali con interviste a cuochi, enologi, produttori, critici. Inoltre, ricette della cucina italiana e internazionale ideate non solo da grandi chef ma anche proposte dagli utenti. In bocca al lupo.

lunedì 9 marzo 2009

Giulio Gambelli detto Bicchierino

"Ho sempre lavorato col sangiovese" ha detto prima ancora che gli facessero una domanda. Terre di Toscana, Lido di Camaiore, Versilia. C'e' Giulio Gambelli detto Bicchierino, 83 anni, da 65 il Maestro del sangiovese di Toscana.

Suoi i brunelli di Soldera, Poggio di Sotto e Il Colle, i Chianti di Ormanni, Via Costa, San Donatino, Villa Rosa, il Pergole Torte...

"Il quadro e' pieno di colori, chissenefrega della cornice" ha commentato Ernesto Gentili chiedendosi: "Quanto ci sarebbe stato un ritorno a vini fini senza il metodo Gambelli?".
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Gli Usa non sbarcano più in Francia

Ancora crisi, ma questa volta nel mondo del vino. Quello vinificato e quello scritto... Dalla Francia (Vitisphere) arrivano queste tre notizie sull'entità delle quali giudicate da soli:

3 grandes entreprises (Constellation, Gallo, Torres…)ont indiqué qu’elles n’exposeraient pas cette année à VINEXPO. La crise n’épargne pas les grands de la filière vin.

Le journal VINUM (suisse) serait à vendre et le WINE SPECTATOR a réduit de moitié son réseau de journalistes. La presse du vin est touchée !

Les bodegas espagnoles sont parmi les victimes du krach immobilier. L’Espagne viticole est mal.

domenica 8 marzo 2009

In più di 1000 a Terre di Toscana

Novecento calici non son bastati alle hostess di Terre di Toscana. Nella prima giornata dell'eccellenza nel bicchiere all'Una Hotel Versilia di Lido di Camaiore i colleghi di Acquabuona (che poi sarebbe il vino?) hanno ospitato più di mille persone.

Presenti anche enologi come Lorenzo Landi, ristoratori come Romano Franceschini, tecnici come Corrado Dal Piaz e tanti bevitori curiosi e sempre più preparati.

Difficile elencare le etichette di 75 aziende. Per ora basti segnalare che domani arrivera' il maestro del Sangiovese, Giulio Gambelli per una degustazione storica dei suoi vini.

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sabato 7 marzo 2009

Umbria Primo Mercato delle Triple A

La prima volta che mi hanno detto "l'Umbria è il primo mercato in Italia per le Triple A" confesso d'averla presa per la solita sparata da rappresentanti. Dopo che la notizia mi era stata argomentata, seppure senza numeri, ho cominciato a crederci. Quando ho incontrato Luca Gargano, qualche giorno fa in Versilia, la notizia mi è stata confermata dal patron della Velier in persona.

L'Umbria è il primo mercato per i vini della Velier, i vini biologici, i vini biodinamici, le triple A appunto degli Agricoltori, Artigiani, Artisti. Non si tratta del solito pollo di Trilussa, né di un dato assoluto, ma ovviamente di una stima relativa al rapporto da uno a dieci di vini biodinamici e non nella regione.

Un fenomeno tutto da analizzare che impone una riflessione ai produttori locali, anche a quelli che hanno già abbandonato l'idea di una terra di Superumbrian per puntare sui vitigni autoctoni e sul quale spero di ricevere le considerazioni dei lettori, ma che intanto conferma una certa vocazione verde degli umbri.

venerdì 6 marzo 2009

Cravatta Scura

In tempo di crisi, con la contabilità elettronica delle amicizie su feisbùk, mitìc gratuito per un mese d'imbrocco virtuale, un'insolita sospetta indifferenza diffusa al matrimonio di fanciulle over 30 e compagnia bella, gli eventi pullulano... E col pullulare non si fa più in tempo ad appiccicare l'etichetta a qualche galà.

Così m'arriva un invito dall'Accademia dei Rozzi di Siena, che pure potrei onorare perché mi sembra una bella festa, nel quale è previsto un dress code a me ad oggi sconosciuto: "Cravatta scura". Abito scuro, quindi blu o grigio, m'era più familiare. Più raro e formale, ma pur sempre di dominio pubblico il "cravatta nera" che impone d'indossare lo smoking (solo dopo le 21).

Ora questa cravatta scura mi mette in difficoltà sul come dovrei adeguarmi e non perché ne abbia solo di paperino, dell'Alfa Romeo, del partito, dell'Ais e via sgargiando, ma perché a Siena tutto è politica. Cosa vorranno dire quelli dell'Accademia? Chiederò al raffinato duo ex Grand Gourmet del Cerimoniale.

giovedì 5 marzo 2009

La Collegiata Chiude

A tre giorni dalla riapertura, mentre il personale di sala e di cucina erano pronti a rientrare per preparare la mise en place, Guido Serio, patron della Collegiata, relais&chateaux di San Gimignano a Siena, avrebbe riunito tutti e sentenziato: siete licenziati.

L'albergo continuerà la propria attività regolarmente, ma la cucina (prime colazioni e ristorante gourmet Il Sagrato) sarà data in gestione. Se qualcuno vuol farsi avanti, avrebbe aggiunto il patron al personale, siete i benvenuti. Un messaggio forse per Saverio Sbaragli, lo cheffone del ristorante con esperienze al Four Season e da Pinchiorri.

Nell'ultimo anno il ristorante Il Sagrato non aveva brillato nonostante un'ottima cucina, stretta fra due bistellati della provincia di Siena come il "ventenne" Gaetano Trovato di Arnolfo e l'enfant prodige Paolo Lopriore, del Canto della Certosa di Maggiano.

Allo chef, al maitre, al sommelier, ai commis e giù per le cucine fino all'ultimo dei lavapiatti va la sincera solidarietà dello scrivente.

Le Giubbe Rosse

Le parole seguenti sono tratte da un mio vecchio articolo per una rivista di storia che racconta le vicende del caffè letterario delle Giubbe Rosse, in piazza della Repubblica a Firenze. Col primo marzo scorso, il caffè non è più gestito dai fratelli Smalzi che avevano reso questo luogo, per un ultimo decennio "portofranco della cultura" come ai tempi del Futurismo, di Papini, Soffici, Dino Campana, Montale, Malaparte, Conti, e oltre. A Fiorenzo, in particolare, un sincero grazie e un caro saluto.

Le Giubbe Rosse e un secolo di cultura, nel secolo del nichilismo. In più di cento anni di storia il caffè letterario di piazza della Repubblica a Firenze ha ospitato pittori, scultori, letterati, poeti, giornalisti, diventando di volta in volta birreria, bar, ristorante, agorà coperto, redazione, galleria d’arte, circolo ufficiali, ma soprattutto: scambio d’idee. Fino a pochi mesi fa, gli esperti suddividevano questi cambiamenti, scanditi da svariate personalità di spicco della letteratura e dell’arte, in due punti cardinali: Futurismo ed Ermetismo.

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mercoledì 4 marzo 2009

Incredibile, c'è chi aumenta i prezzi

Il mercato è libero, ma anche il pensiero e il suo diritto d'esprimerlo lo sono purché documentati e circostanziati. Ecco allora una lista di ristoranti che nei primi due mesi di quest'anno, rispetto alla Guida dell'Espresso 2009 hanno aumentato i prezzi: ho le ricevute.

Perugia, ristorante L'Opera: 45 euro nel 2009, 55 euro a gennaio; Montevarchi, ristorante Rendola: 50 euro nel 2009, 60 euro a gennaio; Montalcino, ristorante Al Giardino: 45 euro nel 2009, 55 euro a febbraio.

Scelte di piatti diversi rispetto all'anno scorso? Exploit di singoli locali? Aumento dei prezzi dei fornitori? Interpretazioni creative della legge della domanda e dell'offerta? Non lo so e non sono in grado di rispondere adesso, ma nella minore delle ipotesi mi sembra che siano lenti ad affrontare la crisi...

martedì 3 marzo 2009

Michelin 2009, la France

Dopo l'articolo di Enzo Vizzari su Repubblica di ieri linkato da Luciano Pignataro qui e dopo quello di oggi del Corsera, la guida Michelin si è ritrovata sotto due fuochi. Da una parte le critiche al nuovo tristellato, il ristorante preferito guarda caso da Sarkò e signora, dall'altra quelle di François Simon sulla naftalina di certi mausolei e la poca attenzione alla bistronomia, la gastronomia dei bistrot.

Pazienza, il "servilismo" denunciato dal Corriere se hanno dato le tre stelle allo chef presidenziale, loro mica hanno fatto un dramma della vittoria di Carta a Sanremo... Il mondo della ristorazione sta cambiando, ha ragione Simon a sottolinearlo. Non son più i tempi in cui la terza stella significava processione di gourmet. Troppo lenta certa ristorazione rispetto ai bistrot di grande qualità per competere coi clienti d'oggi. Troppo poca la libertà, in certi grandi ristoranti, perché attraggano le nuove leve di tavolanti curiosi.

lunedì 2 marzo 2009

Vini Giusti

I vini - scriveva Mario Soldati - non sono buoni grazie all'etichetta, ma malgrado l'etichetta... Ed è malgrado l'etichetta quindi che il Santa Marta Montecucco 2006 di Leonardo Salustri si è aggiudicato il primo posto del VinBledon di ieri alla manifestazione Vini Giusti 2009.

Una dettagliata rassegna di cosa si sia successo in una bella giornata al q.b. di via de'Ginori dietro alla regia di Alessandra Ruggi e Guido Ricciarelli, la trovate sul blog di Burde. Qui proveremo a tracciare un'analisi dei risultati di una degustazione che - a eliminazione - da parte di tecnici, giornalisti e palati esperti, ha voluto dare un nome al bere "giusto" nobilitando "secondi vini" troppo spesso lasciati nel dimenticatoio della critica enosnob e invece economici allo scaffale.

Dalle passerelle di Milano abbiamo scoperto che il pret à porter ormai è diventato alta moda. Nel vino succederà lo stesso? I secondi vini diventeranno buoni e raffinati come i grandi vini? Secondo me sì (Bolgheri docet e in parte anche in Chianti classico qualcuno l'ha capito), ma con successo per chi non perderà in bevibilità.

Inoltre la degustazione di ieri dimostra che il gusto sta cambiando e si va sempre più verso vini freschi, ricchi di acidità. Non ci credete? Ha vinto un Montecucco (pendici dell'Amiata); secondo Felsina (il Chianti che Brunelleggia); terzo lo Stoan dell'Altoadige (Tramin); finalisti un rosso di Montalcino (Nardi), il Nipozzano riserva (Rufina, il più alto dei Chianti), il Prugnolo di Boscarelli. Tutti a base sangiovese...

Sabrage o Bolage?

Sabrage no grazie, è più raffinato il bolage. Riccardo Baracchi, con la moglie Silvia e il figlio Benedetto, ha prodotto uno spumante metodo classico di puro Sangiovese in una versione senza liquer d'expedition (e una avèc...) con i lieviti che restano all'interno della bottiglia. Per la stappatura quindi occorre tenere la bottiglia capovolta nell'apposito cartone col quale viene venduta per almeno un paio d'ore ed effettuare poi un sabrage, l'apertura con la spada.

Un sabrage necessario, non scenografico, per avere un vino limpido. Ma ancorché necessario il sabrage è una pratica un po' da wannabes, pericolosa, e al ristorante (nel loro Falconiere di Cortona ad esempio) non sempre gradita. Quindi ecco un'altra tecnica (qualcuno sa come si chiama?) alla quale personalmente avrei dato il nome di bolage (da bol in francesce) perché consiste in una sorta di parto in acqua dello spumante. Guardatevi il video...

domenica 1 marzo 2009

Penne (Bruciate) agli Schienali

Non ho vinto, anzi volevano squalificarmi. Il mio piatto è rimasto sub iudice fino alla fine, perché avevo portato due ingredienti da casa e bisognava cucinare solo coi prodotti della fiera (tra i quali scalogni anneriti e crema di tartufo...). Nonostante ciò a Penne Bruciate, il divertente concorso di giornalisti ai fornelli e cuochi in giuria di Arezzowine, le mie penne si sono piazzate ai primi posti secondo quanto riferito da uno degli organizzatori Claudio Zeni. Eccovi la ricetta (previa consulenza di Enrico Bartolini delle Robinie e Marco Stabile dell'Ora d'Aria).

In una padella mettete burro e uno scalogno tritato finemente. Mentre quest'ultimo appassisce, preparate acqua per la pasta e un po' di brodo. In un altra padella mettete dell'extravergine con un spicchio d'aglio intero, e un rametto di rosmarino. Quando l'olio è caldo adagiatevi gli schienali (midolline di vitello), una frattaglia molto prelibata, che avrete precedentemente spellato, tagliati lunghi come le penne. Quando saranno dorati (ci vogliono un paio di minuti circa) aggiungete un cucchiaio di fondo bruno e fateli glassare. A questo punto quando la pasta è cotta fatela saltare nel burro e scalogno con un po' d'extravergine e un goccio di brodo, mantecatela con cacio e pepe e impiattate. Due penne e uno schienale, due penne e uno schienale... Un pizzico di timo o acetosella, qualche altra goccia di fondo bruno e un buon vino...